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428 LIBRO

primo per disperazione da se medesimo: Pup. pieno Massimo e Celio Balbino (che da Giulio Capitolino vien detto (in Max. et fìalb.) ¡j miglior poeta de’ tempi suoi) sollevati al medesimo tempo all’imperial dignità dal senato e ad essi per voler del popolo aggiunto col nome di Cesare il terzo Gordiano: ucciso poscia da’ lor soldati l’anno 2 38 Massimino insieme con suo figliuolo dello stesso nome, e uccisi pure nello stesso anno da’ soldati pretoriani i due imperadori Massimo e Balbino, rimase finalmente solo sul trono il giovane Gordiano. Era egli, secondo alcuni, figlio del secondo Gordiano; secondo altri, figlio di una figlia del primo. Comunque fosse, fu egli principe amabile, e che sotto la condotta di Misiteo suo zio resse lodevolmente l’impero. Avea egli coltivate felicemente le scienze (Jul. Capit, in Gordianis, c. 31), ed è probabile ch’ei fosse di ciò debitore agli altri due Gordiani-, poichè del primo sappiamo ch’era uomo di continuo studio, e che molte poesie da lui composte aveansi in pregio, e singolarmente un poema in trenta libri in lode di Antonino e di Marco Aurelio (ib. c. 3, 7)5 e del secondo ancora sappiamo che grande fama ottenne negli studi d1 ogni maniera (ib. c. 18), e che da Sereno Samonico il giovane gli fu per testamento lasciata la biblioteca di sessantaduemila volumi, ch’egli da suo padre avea ricevuto (ib.). Capitolino rammenta ancora alcuni componimenti in prosa e in versi da lui composti, tali, egli dice (ib. c. 20), che appaiali d uomo ingegnoso , ma troppo libero, e che non segue il suo proprio ingegno.