Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/489

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452 LIBRO come dalle cose dette è manifesto. E questo ci basta perchè in quest’opera gli dobbiamo dar luogo. IV. Antonio Giuliano fu egli pure a questi tempi famoso per l’eloquenza, e per la professione di retore da lui esercitata. Ne dobbiam la notizia a Gellio che eragli confidente amico e che racconta parecchi eruditi discorsi con lui tenuti, e rammenta un viaggio con lui fatto a Napoli (l. 9, c. 15), e alcuni giorni di lieta ed erudita villeggiatura con lui e con più altri giovani passati in Pozzuolo (l. 18, c. 5). Or questi era spagnuolo di nascita, come chiaramente afferma lo stesso autore (l. 19, c. 9 che lo dice uomo di leggiadra eloquenza, e nell’antica letteratura assai erudito; e altrove ne loda singolarmente la diligenza con cui esaminava i libri degli antichi autori, e i pregi e i difetti tutti ne rilevava con giusto e saggio discernimento (l. 1, c. 4)• Usava egli spesso di declamare pubblicamente, e leggevansi poscia in Roma le declamazioni da lui composte, nelle quali sempre scorgevasi il valoroso uomo eli’ egli era , e di singolare eloquenza, benchè non tutte fossero egualmente felici (l. 15,c. 1). Leggiadro è il fatto che di lui narra lo stesso Gellio (l. 19, c. 9). In un convito, a cui con molti giovani greci erano intervenuti anche Gellio e Antonio Giuliano, recitaronsi alcuni eleganti versi di Ali acre onte; uditi i quali, si rivolsero i Greci ad Antonio Giuliano, e scherzando presero a motteggiarlo, come uomo barbaro e rozzo, poichè era natio di Spagna, aggiugnendo ch’egli era mero declamatore, e di una rabbiosa