Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/528

Da Wikisource.

SECONDO 491 C. 3), e alcuni altri, di cui potrebbonsi dagli antichi scrittori raccogliere i nomi, ma de’ quali è inutile il ragionare, poichè non ne abbiamo più distinta contezza. X. Peggiore ancora fu a questi tempi lo stato della matematica in Roma, poichè non sappiamo di alcuno che in essa si rendesse illustre. Filostrato ci rappresenta F imperadrice Giulia Donna moglie di Settimio Severo circondata sempre da filosofi e da geometri (Fit. A poli, l. 1, c. 3). Ma chi fossero questi geometri, egli nol dice, e parmi che si possa non senza ragion sospettare che l’adulatore Filostrato esagerasse di non poco le lodi di questa Augusta, di cui egli godeva il favore. Se dovessimo spiegare letteralmente ciò che Lampridio racconta di Alessandro Severo, converrebbe dire che questi fosse egregiamente istruito in tale scienza; perciocchè di lui dice che nella matematica egli era versato per tal maniera, che per suo comando i matematici tennero pubblica scuola in Roma (in Alex. c. 27). Ma dalle cose che altrove abbiamo su ciò osservato, è manifesto che qui si parla dell’astrologia giudiciaria, da cui questo per altro ottimo principe ciecamente si lasciò abbagliare, ed ebbe tra’ suoi più stretti amici l’astrologo Trasibulo (ib. c. 62). Il Tillemont afferma (in Alex. art. 13) che non deesi fede a. Lampridio, quando racconta che Alessandro permise e comandò agli astrologi d’insegnare pubblicamente; e reca un frammento di Ulpiano, in cui dice che talvolta s’introdusse in Roma un tal costume, ma più per ardir degli astrologi, che per licenza