Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/577

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54o LIBRO Sassi, che di tutto il suo ingegno e di tutta l’erudizion sua ha usato a difendere questo nuovo pregio della sua patria (De stud. Mediol, c. 3). E ad essi si può aggiungere ancora l’eruditiss Muratori (loc. cit.). E tale pure è stato altre volte il mio sentimento (Or. de Hist. Patr. p. 18). Ciò nonostante io son costretto a confessare al presente di avere allora errato; e credo che il confesserebbono meco tutti que’ dottissimi uomini che furono in questa opinione. Tutte le ragioni da essi addotte a provarla, cioè che questa iscrizione non può appartenere alla città di Atene, perchè non è verisimile che in una città greca si ponesse un7 iscrizione latina, e che questa poi da Atene fosse trasportata fino a Milano; e che non si sa che Adriano desse nome di nuova Atene alla città di questo nome; eh7 egli fece in più luoghi molti acquedotti, e che è probabil perciò che uno ne facesse in Milano: tutte queste, io dico, ed altre somiglianti ragioni cadono a terra, perchè son combattute e distrutte dal Fatto. La controversa iscrizione esiste ancora almeno in gran parte in Atene, o certo vi esisteva anche in questi ultimi anni. Jacopo Spon che nel 1724 ci ha data la relazione de’ suoi viaggi, parlando di Atene descrive e pone ancora sotto gli occhi la figura di un arco sostenuto da quattro colonne, di cui due sole or ne rimangono in piedi (Voyage (d’Ital, de Dalmat. ec. t. 1, p. 270). Nell’architrave di esse vedesi ancora scolpita la metà di questa iscrizione, poichè l’altra parte è caduta insieme colle colonne che la sostenevano. Le parole che si leggono,