Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/683

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G/|6 IIDRO c dove scrivendo al proconsole Gennadio così a lui si rivolge: Grajorum populis, et nostro cognite Nilo. ep. 5. L’opinione da alcuni immaginata a spiegare come ei fosse italiano, benchè nato in Egitto, cioè ch’egli era figlio di un Fiorentino colà recatosi, potrebbe ammettersi, se avesse qualche anche legger fondamento. Egli però visse comunemente in Italia e in Roma, come dalle sue poesie si raccoglie; e questo ci dee bastare perchè gli diamo qui luogo. Stilicone fu il gran mecenate di Claudiano; e questi perciò non solo ne celebrò le lodi in tre libri di versi e in più altri componimenti; ma per secondarne i sentimenti e le passioni, scrisse ancora le amarissime invettive contro i due ministri rivali di Stilicone, e da lui perciò rovinati ed oppressi, Eutropio e Ruffino. Serena moglie di Stilicone procurò a Claudiano un vantaggioso e onorevole matrimonio, come egli stesso dichiara , scrivendole in rendimento di grazie (ep. 2); ed è probabile che la protezione di Stilicone molti altri vantaggi arrecasse a questo poeta, de’ quali però non abbiamo particolare contezza. V. Oltre i libri contro di Ruffino e di Eutropio, e quelli in lode di Stilicone, abbiamo di Claudiano un poema in tre libri sul rapimento di Proserpina; due poemetti, uno sulla guerra fatta contro Gildone, l’altro su quella di Stilicone contro Alarico; varj panegirici in lode di Onorio, di Olibrio e di Probino, di Mai.lio Teodoro e di altri; alcune epistole ed