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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/731

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<-H)4 unno Egli ne reca per pruova alcuni monumenti antichi che da mano più moderna si veggono contraffatti per rivolgerli ad altro uso: indizio chiarissimo, dic’egli, che essendosi ormai smarrita l1 arto, questo mezzo sol rimaneva ad onorar la memoria degli uomini più illustri. Ma non panni eli’ ei provi abbastanza che ciò accadesse sin dal tempo di cui scriviamo; anzi io mi lusingo di provare nel seguente volume che le arti in Italia non mancarono mai totalmente. Noi veggiamo in fatti che l1 uso d’innalzare statue a’ personaggi famosi era frequentissimo a questa età; e abbiami veduto in questo Arti, t. 2, pag. 41 3. eil. ¡ioni.) perchè senza ragione ho accusalo di esagerazione il Winckelmann. Che è ciò ch’io attribuisco al Winckelmann? e in che cosa dico io eh’egli ha esagerato? Quando ha scritto che dopo i tempi di Costantino non trovasi quasi alcun vestigio dell‘ arte. Che è ciò che ilice il Winckelmann anche secondo la traduzione dell’ab. Fea? Non sì trova che di rado fatta menzione dell’arte dopo i tempi di Costantino. Or che questa proposizione sia esagerata,, panni d’averlo mostrato; e se il Winckelmann reca i fatti medesimi che si recan da me per provare l’esagerazione, ciò mostrerà che il Winckelmann contraddice a se stesso. Egli è vero ch’io non sono stalo abbastanza esatto, ove attribuisco al Winckelmann ciò che segue: indicio chiarissimo die’ egli, ec., giacche queste precise parole realmente nel Winckelmann non si trovano; ma dice: In Roma la scultura fu ridotta a tale che gli artefici per ignoranza e per mancanza di genio, quando doveano ergere statue e scolpire busti, adoperavano a tal uopo le antiche opere, cc.; non è egli lo stesso che se dicesse precisamente ciò eh’io gli ho latto dire , cioè che l’arte era ornai smarrita, e che quel mezzo sol rimaneva ad onorar la memoria degli uomini più illustri?