Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/29

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8 turno allegrezza della Sicilia e d altri paesi d'Italia, dice il ch. Muratori (Ann. d'Ital.ndh. an.), che l avevano provato principe crudele e sanguinario, nè gli davano altro nome che di tiranno. IV. La morte di Arrigo, e l’intervallo di dieci anni in cui vacò l’impero per la guerra che in Germania si accese fra Filippo duca di Svevia, e Ottone figliuolo di Arrigo Leone duca di Sassonia e di Baviera. diede opportuna occasione a molte città della Toscana, che finallora erano state soggette all’autorità imperiale, di scuoterne il giogo, e di reggersi nella forma medesima delle città di Lombardia. Così il governo repubblicano andava dilatandosi per l’Italia, dove al medesimo tempo si facevano sempre più frequenti e più sanguinose le guerre civili. Benchè gl’italiani non prendesser gran parte nella discordia tra’ due concorrenti al trono, essa nondimeno servì a fomentare vie maggiormente quelle sì funeste fazioni che diceansi de’ Guelfi e de’ Gibellini, dandosi il nome de’ primi a coloro che seguivano il partito d’Ottone discendente da’ principi Estensi-Guelfi, de’ secondi a coloro che favorivan Filippo discendente dalla famiglia dei’ principi Gibellini, di che veggasi il Muratori (Antiq. Ital. t. 4, diss. 51). Quando poi rinnovaronsi in questo secolo stesso le fatali guerre tra’l sacerdozio e l’impero, gli quello dell’altra Costanza moglie ili Federigo II, e di quello del medesimo Federigo, dataci dall’eruditissimo sig. D. Francesco Daniele nella bella sua opera ile’ Regali Sepolcri ilei Duomo di Palermo magnificamente stampata in Napoli l'anno 1784.