Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/418

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SECONDO J97 cattedra. L’anno 1220 egli era coll’imperadore, quando fu coronato in Roma, come egli stesso ci attesta in una sua opera (V. Sarti, p. 121), e per più anni ancora il seguì, e fu da lui adoperato in più occasioni; e singolarmente l’anno 1227, essendo egli stato scomunicato dal pontefice Gregorio IX, inviò a Roma Roffredo, e da lui fè pubblicare in Campidoglio una sua apologia. Osserva in fatti il P. Sarti che Roffredo in varie sue opere ha sparse più cose ingiuriose a’ romani pontefici, perchè furono da lui scritte, mentre era al seguito di Federigo. Dopo alcuni anni, forse non soffrendo gli eccessi a cui questo imperadore si lasciava condurre, lo abbandonò, e diessi a seguire Gregorio, da cui fu fatto cherico della Camera apostolica. Federigo, poichè l’anno 1241 ebbe espugnata la città di Benevento patria di Roffredo, lusingossi di riaverlo al suo servigio, e una lettera perciò gli scrisse egli stesso, e un’altra Pier delle Vigne (ap. Martene Collect. ampliss. La, p. 1157). Ma sembra che Roffredo non più cambiasse partito, e che dopo l’andata d’Innocenzo IV in Francia l’anno 1244 si ritirasse a Benevento, ed ivi non molto dopo morisse. Il P. Sarti ne reca 1" iscrizion sepolcrale, e parla diligentemente dell’opere da lui composte (p. 125), fra le quali le più celebri sono le due da lui scritte dell’Ordine de’ Giudicii nel Foro civile e nel Foro ecclesiastico, delle quali abbiamo più edizioni. XIX. Parlando delle scuole di Arezzo, abbiam veduto che l’anno 1255 ne fu eletto ar| rettore Martino da Fano, che ivi era professore