Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/568

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TERZO 547 questo passo di Dante non altro ci scuopre, se non che Sordello era di nascita, o almeno di animo nobile e signorile; che era mantovano , cioè o della città, o di alcun luogo del territorio; ch’era anch’egli tra coloro che non potean ancora entrare nel Purgatorio, perchè differita aveano la penitenza; benchè la libertà a lui conceduta di andare qua e là aggirandosi sembri indicare eli’ egli in questo medesimo fosse men reo degli altri. E noi saremmo pure assai più tenuti a Dante, se di questo celebre uomo ci avesse data qualche più minuta contezza. XVIII. Veggiam almeno se l’antico suo comentatore Benvenuto da Imola, che fiorì verso la metà del secolo xiv, ce ne somministri migliori notizie. Egli interpretando il passo sopra recato, dice che fuit quidam civis Mantuanus nomine Sordellus, nobilis et prudens miles et curialis (Antiq. Ital. t. 1, p. 1166). Ed eccoci in poche parole spiegate non poche particolarità intorno a Sordello , cittadin mantovano, nobile, guerriero e curiale, cioè, come credo che qui debba intendersi, cortigiano. Aggiugne Benvenuto ch’ei visse, ut aliqui volunt, al tempo di Ezzelin da Romano; la qual maniera di ragionare ci pruova che fin d’allora, mentre pur non era corso che circa un secolo dopo la morte di Sordello, già cominciavano ad aversene poche certe notizie. E tra queste il medesimo Benvenuto ripone quella ch’ei segue narrando, de quo audivi, non tamen affirmo. Ed ecco la leggiadra novella che sembra aver avuta origne dal racconto sopra recato di xvm. E il colutalo sopra «sso di Ben »«nulo da Imola.