Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/320

Da Wikisource.

secondo a83 odo contro la lode di Cristo, tanto più io amo Cristo, e tanto più mi confermo nella legge, di Cristo; e mi avviene appunto come ad un figlio in cui sia raffreddato l’amor verso il padre, il quale quando ode altri parlarne con biasimo, se è vero figlio, sente rinfiammarsi in cuor queir X amore che sembrava dapprima estinto. Che se il Petrarca ci scuopre in questo libro il suo animo veramente religioso e pio, la descrizione ch’ei fa de’ suddetti suoi amici, ci offre una sì bella immagine de’ costumi e de’ sentimenti di molti i quali contro ogni ragione si appellan filosofi, che sembra quasi di udire un che ragioni di tempi assai meno lontani. Essiy egli dice (ib. p. ii 56), ardirebbono d impugnare ancora la Storia di Mosè e la Fede cattolica e tutti i santissimi dogmi di Cristo, se non temessero più gli umani che i divini supplicii. Se un tal timore non li trattiene, e se trovansi soli, essi combattono direttamente la verità, e ne’ più segreti angoli si ridon di Cristo, adorando Aristotele cui non intendono.... Anzi tu avrai potuto osservare che quando essi vengono a disputare pubblicamente, non avendo coraggio di palesare i loro errori, si protestano di parlare prescindendo dalla Fede.... I nostri amici si ridon di noi che pur viviam fra la luce, e non brancoliam tra le tenebre, come essi; ci mirano con disprezzo come ignoranti, perchè non disputiam di ogni cosa nelle pubbliche piazze, e vanno gonfj degli oscuri loro sofismi, compiacendosi singolarmente che, non sapendo cosa alcuna, hanno appreso ciò non ostante a vantarsi di saper tutto, e a disputare di tutto.