Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/240

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22^ LIBRO La gloria ili averla raccolta deesi al duca Federigo di Montefeltro, a cui dedicando Cristoforo Landino la seconda parte delle sue Dissertazioni camaldolesi, per ciò singolarmente lo celebra. Perciocchè, dic’egli, quanto parecchi principi sono a te superiori in ampiezza d’impero, tanto maggiori sono gli encomj con cui le greche, le latine e le toscane Muse t'innalzano j e eternamente t. innalzerà uno fino alle stelle; poichè cacciate dalle altre corti, si veggon magnificamente da te accolte; nè trattate sol come ospiti, ma divenute ormai cittadine, e alloggiate in un tempio onoratissimo e pieno di ogni genere di volumi. Perciocchè a Pallade, ad Apolline ed alle Muse tu hai dedicata una insigne e per copia di libri nobilissima biblioteca non men salubre per la situazione, che maestosa per la grandezza. In questa egli spese fino a 40000 ducati, come afferma Gian Gallo Galli, il qual ci assicura di aver tratte cotai notizie da monumenti autentici (V. Reposati, della Zecca di Gubbio, t. 1, p. 264). E in qual pregio egli avesse i libri, il diè a vedere, se crediamo al Sansovino (Orig. delle Case ill. p. 218 vers. ediz. Ven. 1609), quando impadronitosi di Volterra l'anno 1472? di tutta la preda che nel sacco dato a quella città fu da’ soldati raccolta, altro non volle che un codice della Bibbia scritto in ebraico, cui, come per memoria di riportato trionfo, fece nella sua biblioteca riporre sostenuto dalle ali di un’aquila. Il Muratori aggiugne che in questa biblioteca Estense si ha un Catalogo de’ libri ch’erano in quella di Urbino. Ma per quanto io 111 abbia cercato, non mi è