Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/173

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SECONDO 8 15 Pistoiesi gli concederono la loro cittadinanza, lodandone singularem scientiam, admirabilem me ni orlarti, ac morum civilium egregìam probitate ni; il qual diploma è stato ancor pubblicato dal Salvi (Stor. di Pist t. 2 p. 39, 427) e dal P. ab. Ginanni Ma questi nega che Pietro fosse ancor professore in Pisa, e sostiene che quegli di cui parla il Fabbrucci (Calog. Pace. (C Opnsc. t. 40, p. 144), e che da lui è nominato Pier Francesco Tommasi da Ravenna, sia diverso dal nostro Pietro. Su questo punto però mi spiace di dovermi scostare dall1 opinione del sopraddetto erudito scrittore. Perciocchè è certissimo che Pietro non potè essere professore in Pistoia l’anno 1480, se non appunto perchè era professore in Pisa. Abbiam veduto che l’anno 1479 questa università fu trasportata per cagion della peste a Pistoia , ove si stette (fino all’ottobre dell1 anno seguente, di che il Fabbrucci ha prodotti autentici monumenti. Se dunque Pietro fu nel detto anno in Pistoia, ei vi fu per motivo del mentovato trasporto; e se il Pietro da Ravenna onorato da’ Pistoiesi della loro cittadinanza è quegli di cui parliamo (di che non possiam dubitare, poichè il veggiamo singolarmente lodato per la sua rara memoria), ei fu certamente professore anche in Pisa. Egli vi era stato chiamato, come pruova il Fabbrucci, l’anno 1477 stipendio di 350 fiorini, e durovvi almeno fino al 1460, nel qual anno egli ebbe parte nella riforma delle leggi di quella università. È certo ancora ch’ei fu professore in Padova. Ivi egli era interprete del Diritto canonico l’anno 1 4q 1 » quando