Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/315

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TERZO y57 Magistratibus, e da lui indirizzati al Cardinal Branda da Castiglione, il che ci pruova ch’egli gli scrisse prima dell’anno 1443 d principio del quale morì il suddetto Cardinal Branda. Questi libri, non si sa come, furon creduti dell’antico gramatico Lucio Fenestella, e col nome di esso comparvero fin «lai 1477* prima che si cadesse in tal Fallo, aveasi già I’ indubitabile testimonianza del sopraccitato Biondo, che al Fiocchi attribuisce i detti due libri. Giglio Gregorio Giraldi fu il primo a scoprire l’inganno; e come con diversi argomenti provò (De Poet. Hist dial. 4) che essi non erano opera di Fenestella, così con un antico codice ch’egli ne avea, avvertì che il vero autore ne era il Fiocchi. Ma ciò non ostante se ne fecero più altre edizioni sotto il nome di Fenestella, finchè Egidio Witsio li pubblicò in Anversa nel 1561 col nome del vero autore. Tutto ciò veggasi più ampiamente provato dal suddetto Zeno, il quale ancora combatte le opinioni di altri scrittori intorno all’autore di quest’opera, e rileva l’errore di chi ha falsamente attribuita al Fiocchi la Vita di Maria Vergine scritta in versi latini da Domenico di Giovanni domenicano. Ne parla ancora l’Oudin (De Script eccl. t. 3, p. a3t)4), il quale riprende la troppo severa censura che di quest’opera ha fatta il Dempstero, giudicandola degna del fuoco, e saggiamente afferma che pel tempo in cui ella fu scritta, è degna di molta lode, e che sarebbe a bramare che non se ne vedessero a’ tempi nostri uscire alla luce più altre molto peggiori. Tiraboschi « Voi Vili. 20