Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/496

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1 • 38 LIBRO fòsse nllor giovane di costumi non troppo onesti, lo afferma Paolo Cortese di lui concittadino (De Cardinal, p. 77) ina insieme soggiugne che, fatto saggio dalle sue disavventure, cambiò interamente condotta. Callimaco frattanto temendo di cadere nelle mani dello sdegnato pontefice, come ad altri era accaduto, si salvò colla fuga, e dopo essersi per lungo tempo aggirato per la Grecia, per l’Egitto, per l’isole di Cipro, di Rodi, ed altre dell’Arcipelago, e per la Tracia , e per la Macedonia , rifugi ossi finalmente in Polonia , ove un’ostessa fu la prima onorevole accoglitrice el11 ci ritrovasse. Fattosi poi conoscere a Gregorio Samoceo arcivescovo di Leopoli , e da lui introdotto alla corte del re Casimiro, questi il diè per compagno a Giovanni Dlugosso, celebre storico di Polonia, nell1 istruir nelle lettere il suo figliuolo Alberto, e nominollo ancora suo segretario. Da lui parimente fu inviato in varie ambasciate al pontefice Sisto IV, al Gran Signore, a Federico III, alla Repubblica veneta , e ad Innocenzo VIII. Parla il Zeno di un incendio che gli arse nel 1488 la casa ei libri, e rammenta una lettera inedita di conforto che Benedetto Brognolo professore in Venezia gli scrisse. Al che io aggiungo che una lettera su ciò gli scrisse anche Marsiglio Ficino (Op. t. p. 891), di cui pure ne abbiamo alcune altre allo stesso Callimaco (ib. p. 8G.{, 870 , j)5(ì), le quali ci mostrano l’amicizia che passava tra loro. Poichè fu morto nel 1402 ' re Casimiro, Alberto di lui figliuolo e successore più ancor del padre prese ad onorare Callimaco,