Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/222

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1^36 LIBRO orìondo da Mcndrisio nel contado di Como, ma nato circa l’an 1467 in Belluno, ove i suoi maggiori eransi ritirati, con altro nome non volle esser chiamalo clie di Politico \ irtìnio, alludendo alla tradizion di que’ tempi, or rigettata, che Belluno fosse l’antico Vii uno. Ebbe a sua madre Cattinia figlia di Radichio principe di Macedonia, e da essa, e poi da Niccolò da S Maura, uno de’Greci rifugiati in Italia, apprese la lingua greca; nella latina fu istruito da Giorgio Valla in Venezia, e da Battista Guarino in Ferrara, la cui scuola fu per dieci anni da lui frequentata. Altri celebri professori in ogni sorta di scienza furono ivi uditi dal Pontico, il quale poi prese a tenere scuola egli stesso, e in molte città d’ Italia insegnò con applauso. Chiamato a Milano per ammaestrare i figliuoli del duca Lodovico il Moro, nelle disgrazie di questo principe fu egli ancora esposto a pericoli, e campò a gran pena, cambiando abito, dalle mani de’ vincitori Francesi. Trasferitosi a Reggio, nella sala del Consiglio prese pubblicamente a spiegar Claudiano, concorrendo ad udirlo grandissimo numero di cittadini. Ma quanti eran gli applausi ch’ ei riscoteva col suo sapere, altrettanti erano ancora i motteggi co’ quali egli udivasi dileggiare pei’ suoi poco onesti costumi. Il matrimonio che ivi strinse con Gerantina Ubalda sorella del detto Andrea, fece cessare alquanto le dicerie. Partito poscia da Reggio affin di vedere i paesi da’ poeti descritti, fu trattenuto in Forlì a insegnare le lingue greca e latina. Ma poco appresso caduto in sospetto a chi governava quella città