Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/417

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TERZO |G31 amena letteratura, che dal pontefice Paolo II fu , chiamato a Roma pubblico professore, nel qual impiego continuò ancora sotto Sisto IV, onorato del titolo di segretario apostolico, e da lui innoltre inviato insieme col card della Rovere suo nipote ad Avignone per acchetare quel popolo che si era levato a rumore, nel qual viaggio, dic egli stesso nella lettera dedicatoria di Tolommeo, andò povero e più povero fece ritorno. Il march Maffei non parla di dimora alcuna ch’ ei facesse in Milano ed è certo nondimeno ch’ ei ve la fece, e ne abbiamo un indubitabile testimonianza presso Jacopo Antiquario, che di lui scrivendo al Poliziano dice (Polit. Epist. l. 3, ep. 18): Fuit inter nos Domitius, et monumenta reliquit'fama non pœnitendae. Ma mentre egli era nel fior dell’età e nel miglior dei’ suoi studj, giovine di soli 32 anni morì di peste in Roma nel 1478, come racconta Bartolommeo Fonte ne suoi Annali mss. citati dal can Bandini (Specimen Hist. liter. t. 2, p. 47)• Sembra quasi impossibile che un uomo morto in sì fresca età, e occupato, com’era, nella lettura e ne’ viaggi, potesse nondimeno scrivere tanto, com’egli fece. Marziale, Giovenale, Virgilio, Stazio, Properzio furon da lui illustrati co’ suoi Comentj che si hanno alle stampe. Egli avea scritto innoltre sopra le Metamorfosi (a) e sopra la Elegia d’ibi (a) La Spiegazione delle favole; indicate nelle Metamorfosi d’Ovidio, scritta dal Calderini, vedesi stampata nella magnifica edizione delle Opere di quel poeta fatta in Parma da Stefano Corallo nel 14? 7, come mi ha avvertito l’altre volte da me lodalo sig. 1). llaldassar