Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/230

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quale accenna le iscrizioni per ciò poste negli orti di Giulio, scritte con molta eleganza, e delle quali si sospetta che fosse autore Romolo Amaseo (l. c). Queste Iscrizioni, nelle quali si contengon le leggi che osservar si doveano da chi ponea il piede in quegli orti, sono state date alla luce dal ch. sig. ab Scarselli (P ita Rorn. A mas. p. 82); ma in esse non si fa motto di letterarie adunanze che ivi si dovesser tenere. A più gravi studi fu destinata quella che fondò in sua casa a’ tempi di Pio IV il santo cardinale Carlo Borromeo. Questo grand’ uomo che nel più bel fiore degli anni, in cui allor ritrova vasi, sosteneva il peso de’ più gravi pubblici affari, quasi a sollievo delle cure e delle fatiche che Poccupavan di giorno, soleva alla sera adunar molti de' più dotti uomini che allor vi veano in Roma, i quali a vicenda venivano recitando qualche loro orazione, o dissertazione, o altro componimento appartenente per lo più alla morale filosofia. Ma dopo fanno 1562 in cui morì il co. Federigo Borromeo fratello del Santo, questi volle che sempre vi si trattasse di cose sacre. Il luogo e l'ora in cui soleansi tenere cotai radunanze, fece lor dare il nome di Notti Vaticane. Tutti gli accademici prendeano un nome finto, e S. Carlo volle esser chiamato il Chaos. Ogni anno, e ancor più sovente, sceglievasi tra essi il principe a cui toccava il proporre il tema di cui doveasi ragionare, e 216 LIBRO IV. Le accademie or mentovate fiorivano tutte ne’tempi di Paolo Ili. Di un’altra che fu istituita sotto il pontificato di Giulio III, fa menzione il cardinale Federigo Borromeo, il