Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/237

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PRIMO 323 quanto felicemente fiorisse quella che istituita dal Panormita, fu poscia sostenuta e promossa e. renduta sempre più celebre dal Pontano, dal Sannazzaro, dal Parrasio, dall’Attilio e da altri leggiadrissimi ingegni che ivi fiorirono sulla fine del secolo stesso e sui principii di quello di cui scriviamo, Io non trovo che avvenisse di questa accademia 5 ma è probabile che dividendosi essa in più corpi, se ne formassero quelle diverse adunanze delle quali trovi am memoria nel corso di questo secolo. I nobili singolarmente con una lodevol emulazione ne istituirono alcune, come quella de Sereni fondata da’ nobili del Seggio di Nido, e di cui fu eletto principe Placido di Sangro, e quella degli Ardenti formata da que del Seggio Capuano, e quella detta degl’incogniti. Ma circa la metà del secolo il vicerè don Pietro di Toledo, temendo per avventura che cotali adunanze de’ nobili non recassero danno alla pubblica tranquillità, con suo editto le sciolse e ne vietò l’assemblee (ivi.p. 82; Mazzuch. Scritt. ital. t. 1, par. 2, p. 977). Altre nondimeno poscia ne sorsero, come quella de" Segreti fondata da Giambattista Porta, indirizzata principalmente a promuover gli studi della fisica e della matematica, e quella degli Svegliati. E certo le Rime di diversi Signori.Napoletani, stampate in Venezia nel 1556, bastano a farci conoscere quanto fosse in quella città, e in particolar maniera tra’ nobili, il fervore nel coltivare la poesia toscana. Nè in Napoli solamente, ma in più altre città di quel regno fiorivano le accademie. Belisario Acquaviva conte e poi duca di Nardò, seguendo l'esempio del