Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/614

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6oO LIBRO sì grande fatica furono i dodici tomi di Annali ecclesiastici da lui dati alla luce, il primo nel 1588, l ultimo nel 1607, oltre i materiali raccolti per tre altri tomi, de quali poi fece uso il continuatore Odorico Rinaldi. In essi ei giunse fino al 1198, cioè fino a que’ tempi ne quali la Storia cominciava ad essere ormai più chiara e più certa. Era egli possibile che un uomo, fosse egli pure il più dotto che mai avesse avuto il mondo, potesse correre un mar sì vasto e sparso di tanti scogli, senza mai inciampare e rompere ad alcuno di essi? Spesso di fatti il Baronio è caduto in errore; ha adottate più favole; ha fatto uso più volte di scritti apocrifi; ha ommesse non poche cose importanti; e ha usato ancor di uno stile non molto colto e più del bisogno diffuso. Ma fra tutti questi difetti quanti pregi dobbiam noi ammirare in questo scrittore! Qual copia di bellissimi monumenti ha egli prima di ogni altro prodotti! Quante favole ricevute finallora e adottate da tutti, ha egli confutate! Quanti intralciatissimi punti di storia ha rischiarati felicemente! Quanto meglio ha ordinata la cronologia, e fcpocbe più memorabili! In qual luce ha posta la costante e per tutti i secoli continuata dottrina della Chiesa romana in ciò che appartiene al dogma! Non è perciò a stupire se i Protestanti, rimirando quest’opera del Baronio come una delle più forti armi contro essi rivolte, in sì gran numero si levaron tosto a combatterla. La serie de’ loro scritti si può vedere presso il co. Mazzucchelli che diligentemente annovera ancora le risposte lor fatte da molti scrittori