Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/16

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6i6 li uno professori partir da Padova. Ei passò prima a Ferrara, ove, secondo il Borsetti (Hist. Gymn. Ferrar, t. 2, p. 126), gli Atti di quella università cel mostrano nell’an 1510. Parrebbe che a questo tempo riferir si dovesse ciò che narra il Calcagnini, di aver avuto insieme con Alberto Pio a suo maestro il Pomponazzi. Tempore, quo ille (il Pio) juvenis ego admodum puer, Petreto Mantuano, Philosopho primi nomitiis, operarli dabanms, lune dialet tica profittiti (Ep. ad Erasm. inter Erasm. Epist. t. 1, ep. 650). Ma nè il Pio era in Ferrara nel 1510, com è manifesto da ciò che di lui abbiam detto, nè il Calcagnini nato nel » 470? ora certamente fanciullo in quell’anno. Quindi, ove sia certo che il Pomponazzi non fosse in Ferrara che nel 1510, converrà dire che il Calcagnini e il Pio si recassero a Padova per udirlo, ovvero che nel tempo che il Pomponazzi si stette presso di Alberto, colà si trovasse anche il Calcagnini. Breve fu il soggiorno del Pomponazzi in Ferrara, e nel 1512 egli era già, se crediamo all’ Alidosi Dott. forest, p. 63), in Bologna, ove poscia continuò ad insegnar finchè visse; perciocchè, benchè nel 1515 ei fosse chiamato con onorevole stipendio a Pisa, ciò nondimeno non ebbe effetto, come osserva il Fabbrucci (Calog. Racc. iTÒpusc. t. 5i) (*). (*) 11 Pomponazzi nel libro III della sua Apologia racconta che nel 1517 si pensava di andar da Bologna a Venezia, affin di riscuotere lo stipendio dell'ultimo anno della sua lettura di Padova, perciocchè dell’annuo stipendio di 300 ducati non aveane in quell’ anno aiuti che venticinque, ina che non si'.è eseguire il suo