Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/339

Da Wikisource.

SECONDO g3<) pure sia caduto in qualche errore, questo però è troppo ben compensato dalle belle scoperte che in esso egli ha fatte. L orecchio ancora è stato da lui con somma esattezza descritto, e molte piccole parti ne ha egli vedute prima di ogni altro. Ei pretende ancora di avere scoperto innanzi all’ Ingrassia l’ossicello che dicesi staffa; e si stende assai lungamente su ciò, e parla con qualche asprezza contro il Falloppio (benchè nol nomini apertamente) che al siciliano anatomico ne avea attribuita la gloria. Forse potè avvenire che e l’ Ingrassia e l’Eustachio, senza saper l'un dell'altro, facessero tale scoperta. Ma l'Ingrassia ebbe la sorte che il Falloppio ne l facesse inventore alcuni anni prima che l’Eustachio desse alla luce questi suoi opuscoli. In essi ei prende sovente a difender Galeno, che dal Vesalio e dal Falloppio era stato accusato di molti errori; e benchè in alcuni punti il difenda felicemente, avvien però a lui ancora più volte ciò che suol avvenire a chi troppo ciecamente si dà a seguire l’altrui opinioni, cioè di errare insieme colla sua guida. Veggasi presso M. Portal (l.c.) un’esatta analisi di tutti questi opuscoli, e delle nuove scoperte fatte dall’ Eustachio intorno alla vena detta azygos al canale toracico, alla valvola tra la vena cava inferiore e la superiore, e singolarmente intorno a’ denti, de' quali l’Eustachio ci ha dato il più compito e il più giusto trattato che ancor si fosse veduto. Oltre questi opuscoli, avea egli fatte delineare ed incidere in rame quarantasei gran tavole anatomiche; ma, com'egli dice nella prefazione