Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/157

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TERZO 1309 detto libro, e abbiam mostrato che le speranze che per esso egli avea riposte nel Cardinal di Bourbon, rimaser deluse. Clemente VII fu più liberale con lui, come abbiamo udito narrarsi da Benedetto, e n ebbe fra le altre cose nel 1528 il vescovado di Nocera de’ Pagani (rt)- L1 anno precedente però era stato al Giovio fatale; perciocchè, se crediamo al racconto che ce ne fa egli stesso (ante Epit. l. 5 llist.)j avea egli prima del sacco occultata nel tempio di S. Maria sopra Minerva una cassa ferrata, in cui erano cento pesi di argento lavorato, e i libri mss. della sua Storia. Due capitani spagnuoli, di cognome Errera il primo, Gamboa il secondo, aprirono quella cassa, e il secondo pago del ritrovato argento, lasciò all altro i libri e l Errera, presi que’ soli ch’ erano scritti in pergamena, e nobilmente coperti, gittò gli altri scritti incarta, die andarono dispersi e servirono, com egli dice, ad usi ignobili. L Errera conoscendo ch' eran del Giovio, portò a lui stesso que primi, chiedendogli se volea riscattarli; ed egli che avea perduta ogni cosa, espone l infelice suo stato al pontefice, il quale mossone a pietà, concedette all Errera un beneficio ecclesiastico, ch’egli desiderava in Cordova sua patria, e ricuperati (a) L'abnte Marini non avea trovato alcun fondamento a provare ciò che altri aveano scritto, che il (ìiovio fosse stalo medico di (demente VII (Archiatri pontif. t. i,p 33o). Ma egli ha poi avuto sottocchio un Consulto da lui stampato del i523 per certo olio antipestilenziale, a cui si sottoscrive col titolo Phr-ucut D. P. P.