Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/319

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TERSO t 47 * poscia dall’autore medesimo, che fu assai mal soddisfatto della prima edizione, corretta e data in luce di nuovo nel 1580, di cui e di altre opere dell’autore medesimo si può vedere la Storia degli Scrittori ravennati del P. abate Ginanni (t 2, p. 439, ec.)j l’altro assai più celebre che la scrisse elegantemente in lingua latina, cioè Girolamo Rossi. Di lui pure ha parlato a lungo il suddetto scrittore (ivi, p. 313, ec.), e io perciò farò scelta solo delle più importanti notizie. Era il Rossi uscito da illustre e antica famiglia, e nato in Ravenna a’ 15 di luglio del 1539; mostrò fin da’ più teneri anni felicissima disposizione alle lettere; e perciò, mentre ancora non ne contava che quindici, fu destinato a complimentare con una orazione latina, ch è stampata, il Cardinal Ranuccio Farnese arcivescovo di Ravenna; e il plauso che in essa ottenne, fece che poscia appena mai s'offrisse occasione di ragionare pubblicamente in Ravenna, che non ne fosse dato l’incarico al Rossi, di cui perciò abbiamo un sì gran numero d’orazioni. A un suo zio, che fu poi generale dell’Ordine dei’ Carmelitani, dovette l’educazione ch’ebbe in Roma e altrove, e i primi incitamenti a quella sorte di studi che il renderon sì celebre. In età d’anni ventotlo prese a sua moglie Laura Bifolci gentildonna ravennate, da cui ebbe più figli. Ma i pensieri della famiglia nol distolsero dagli studi, e da quelli singolarmente che gli furon più cari, della medicina e della storia. Nella prima ottenne tal nome, che fu a molte città invitato colle ampie offerte di 800 e di 1000 annui scudi; ma il