Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/35

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TF.RZO I 187 pn qual ragione, passò per Basilea, ed ivi sotto il nome di Filalete d Utopia pubblicò un J)ialogo contro di Erasmo morto quattro anni prima, ingannando gli stampatori col titolo che fece lor credere ch'esso fosse in lode di quel valentuomo, cioè: In Desiderii Erasmi funus Dialogus lepidissimus. La pubblicazione di questo dialogo, da me non veduto, eccitò gran rumore e Basilio Giovanni Eroldo diè alla luce una sanguinosa invettiva contro l autor di esso, ch’ egli credette essere Bassiano Landi da noi nominato altrove, e che leggesi nell'ottavo tomo dell Opere di Erasmo. Un altro viaggio, non so per quale occasione, fece egli poscia in Francia, e fu alla corte del re Francesco I nel 1 £>43. Ne parla egli stesso nelle due sopraccennate dedicatorie scritte in Lione, e si scusa di non aver potuto finire più prontamente que’ libri, per la brevità del tempo, et per la tumultuosa vita j eh' ho menato, seguendo alli giorni passati la Corte del Christianissimo Re Francesco. E nella seconda aggiugne che avendo trovato un po’ di riposo in Lione, si era accinto alla pubblicazione de’ Paradossi, che ivi di fatti uscirono in luce, come si è detto, nel 1543. Essi sono appunto paradossi, e tra essi ve ne ha non sol! degli strani, ma alcuni ancora che san d’ empietà. E forse il rumore che per essi destossi, fece ch’ egli medesimo ne scrivesse la confutazione, fingendo che un anonimo gl impugnasse. Essa fu stampata in Venezia nel 1545, e certo il Landi seppe finger sì bene, che un arrabbiato nimico non avrebbe potuto vilipenderlo e maltrattarlo più fieramente di quello