Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/390

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I r>4 2 LIBRO questo stesso argomento, che veggo citarsi come stampato in Bologna nel i563, nè de1 due libri De //istoria di Tommaso Buoni lucchese, autore di più altre opere (Mazzucch. ScritL ital. t. 2, par. 4, p- 2^91), perciocché non gli ho mai avuti sotto occhio. Lo stesso io debbo dire de’ tre libri De Historia che insieme con una Vita di Cicerone e con altri trattati furono dati alla luce nel da Cristoforo Mileo savoiardo, di cui pure veggo accennarsi diverse opere, e una fra le altre ch è come il progetto di un’Enciclopedia, ed ha per titolo: De scribenda unioers itatis rerum historia (V. Rossotti Syllab. Script. Pedem. p. 15 7} Deniruiy Bibliopea, p. 18). I quattro libri De Historia scribenda di Paolo Beni contengono riflessioni e precetti assai opportuni, ma frammischiati a opinioni che non si possono sostenere che da chi sia del tutto privo di buon senso e di saggio discernimento, qual è quella fra le altre, che Livio sia inferiore di molto a Quinto Curzio. Il Beni era nato in Candia circa il 1552, ma giovinetto fu trasferito a Gubbio. Entrò poscia tra Gesuiti, ma ne uscì dopo alcuni anni, perchè non gli venne da’ superiori permesso di pubblicar qualche opera di non troppo onesto argomento. Fu professore di teologia nella sapienza di Roma, di filosofia in Perugia, e più lungamente di belle lettere in Padova, ove anche morì nel 1625, dopo aver pubblicate non poche opere, e caldamente sostenute molte contese, nelle quali ei si fece conoscere più fornito d’ingegno che di buon gusto. Di alcune dovrem parlare altrove, e frattanto rimetteremo