non mancarono all Italia uomini d’ingegno instancabile e laborioso, che si accinsero a coltivare e a promuovere questo studio. Già abbiamo osservato (l. 1, c. 5) che il primo saggio di Bibblia poliglotta, che si vedesse in Europa, fu il Salterio quadrilingue, stampato in Genova nel 1515 (a), e abbiamo ancora parlato della stamperia arabica aperta in Fano nel 1514, e dell’edizione dell’Alcorano fatta in Brescia, e della celebre stamperia di lingue
orientali che il Cardinal Ferdinando de’ Medici aprì in Roma verso la fine del secolo. Or qui dobbiamo ricercar di coloro che in questi
difficili studi occuparonsi con maggior lode, e segnarono agli altri la via per cui giungere alla cognizione di quelle lingue.
II. Agostino Giustiniani, nel capo precedente
mentovato già tra gli storici, fu l’editore del
Salterio quadrilingue poc'anzi accennato. Anzi
avea egli intrapresa una somigliante fatica riguardo a tutta la sacra Scrittura (V. Script.
Ord. Praed. t. 2, p. 96, ec.); ma sol quella
parte ne venne a luce. La fama che con quelopera egli ottenne, fece che verso il 151 *7
il re Francesco I chiamollo a Parigi per esservi
(a) II primo a ideare una specie di Bibblia poliglotti»
fu Aldo Manuzio il vecchio, come ci mostra una lettera da lui scritta l'anno i5o3, e riportata dal Maittaire (Ann. typogr. t. 2, p. 4)- s°l° “’el>t>e l’idea,
ma ne pubblicò ancora un saggio in un foglio volante, di cui ha copia il più voite da me lodato abate
Mercier, stampato in tre colonne, cioè in ebraico, in
greco e in latino (V. Esprit des Joimiaux, 1 -qo, srpt.
p.).