Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/502

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l654 LIBRO richia mollo per dargli in moglie, come avvenne nel i5ia, Ma sin a nobile gentildonna modenese, figliuola di Antonio Sartorio e di Violante C, randina. Ma poichè il Molza ebbe passati con lei alcuni anni, e avutine quattro figli, de’ quali fu il primo Cammillo, tornossene nel 1516 a Roma, ove soggiornò quasi sempre, trattone qualche viaggio ch’ei fece alla patria, e la dimora che per due anni tenne in Bologna dal i5:i3 fino al 1525. I piaceri e gli studi erano le occupazioni nelle quali divideva il Molza il suo tempo. Una cotal Furnia romana, una spagnuola detta per nome Beatrice Paregia, Cammilla Gonzaga, quella celebrata tanto dal Casio, Faustina Mancina gentildonna romana, e per ultimo una Ebrea, di cui parla in una sua lettera l’Aretino (Lett. l. 1, p. 167), furon le donne che occuparono il troppo tenero cuore del Molza. Ed egli ebbe non rare volte a pentirsi di questa sua inclinazione; perciocchè riportonne una volta da un suo rivale in amore una sì grave feri la, che fu quasi creduto morto, e si vide diseredato dal padre, sdegnato contro di lui e per la vita che conduceva, e per la lontananza quasi continua dalla casa paterna, e, ciò che fu peggio, ne contrasse una tal malattia, che dopo averlo travagliato assai lungamente, in età ancora fresca condusselo a morte. In Roma dall’anno i5?.9 fino al 1535 fu in corte del Cardinal Ippolito de' Medici, e quindi dopo la morte di esso, e dopo l'elezione di Paolo III, passò a quella del Cardinal Alessandro Farnese. Ma benchè da amendue questi splendidissimi cardinali fosse il Molza c accarezzato e