Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/128

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1 10 LIBRO il lor proprio, altri con altre pruove di stima; e Luigi XIV, fra gli altri, a’ dotti del suo regno, che viaggiavano in Italia, soleva ordinare di salutare in suo nome il Magliabecchi. Qual fosse poi il concetto in cui aveanlo gli eruditi di tutta l’Europa, chiaramente raccogliesi da cinque tomi di Lettere ad esso scritte da molti Fiamminghi , Tedeschi e dello Stato veneto, pubblicate dal dott. Giovanni Targioni, il quale avea in animo di pubblicarne più altri volumi di dotti d’altre provincie. Tutti lodano in esse l’erudizione del Magliabecchi; il consultano ne’ lor dubbi; gli rendon grazie della cortesia con cui delle notizie da essi richieste gli ha favoriti. Esse ci mostrano il Magliabecchi sempre occupato in dar lumi su mille diversi punti, singolarmente di storia letteraria. E niuno era a ciò più opportuno di lui; perciocchè era dotato di una sì rara memoria, che interrogato di qualche quistione, citava tosto gli autori che ne trattavano, e le edizioni de’ loro libri, la pagine ove ne ragionavano, e ne recava ancora le precise parole. Nel disordine in cui era la privata sua numerosissima biblioteca, chiestogli un libro, additava subito ove esso era , ma conveniva spesso covarlo di sotto a più centinaia che lo opprimevano. Della sua memoria però non fidavasi egli per modo, che dovendo scrivere non prendesse tra le mani i libri de’ quali dovea valersi: Io non ho mai notato, scrive egli al Fontanini nel 1698 (Lettere a monsig. Fontan. p. 236), cosa alcune di quelle che mi abbia detto, del che ne sono stato ripreso infine da questi serenissimi principi.