Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/164

Da Wikisource.

lf»2 LIBRO interpreti e a’ coraentatori del Maestro delle Sentenze, di S. Tommaso, dello Scoto e agli altri teologi scolastici, perchè essi altro non fecero comunemente che ripetere ciò che mille altri già aveauo detto, o aggiugncre ad essi uuove speculazioni, che forse parvcr loro più ingegnose, ma perciò appunto furon più inutili (a). special menzione per l’elogio fatto da Benedetto XIV delle Decisioni sacramentali da lui pubblicate (Notific. 32, n. 6). Il sig. dottor Antonio Bonaventura Sberici ci ha date di fresco le Memorie della A ita e delle opere di questo dotto scrittore, stampate in Padova l’anno 1790. (al Uno de’ migliori e de’ più accreditati teologi di questo secolo fu il cardinale Agostino Oregio nato di poveri genitori in Santa Sofia, ove la Toscana confina colla Romagna. Ei dovette i suoi primi cominciamenti alla sua virtù, e al suo sapere le dignità a cui fu sollevato. Perciocchè mandato ancor giovinetto a Roma per attendervi agli studi, ed ivi tentato, come già il patriarca Giuseppe in Egitto, ne imitò il nobile esempio, e fuggendo di casa di notte tempo, nel crudo inverno, e senz’abiti, fu costretto a giacersi tutta la notte in una strada. Di che avvertito il cardmal Bellarmino, mosso a maraviglia insieme e a pietà dell’ottimo giovane, il fece ricevere in un convitto a Roma, e vel mantenne più anni. Uscitone, continuò ad esercitarsi ne’" sacri studi , e per opera del cardiuat Barberino pubblicò nel 1631 un Trattato, in cui prese ad esaminare le sentenze d’Aristotele sull’immortalità dell’anima. Scrisse poi parecchi trattati teologici sulla Trinità, sugli angeli, sulla Creazione del mondo, ec., i quali però non furono pubblicati che nel 1637, due anni dopo la sua morte, per opera di Niccolò Oregio suo nipote. La stima che col suo sapere ottenne, fu tale che il cardinale suddetto, fatto poi papa col nome di Urbano VIII, soleva chiamarlo il suo Bellarmino. Da lui ebbe prima un canonicato in Faenza, e poi fu sollevato all’onore