Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/215

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SECONDO 2(>3 si può vedere il catalogo presso il co. Mazznechelli. Or ritornando al Pallavicino e alla Storia del Concilio di Trento (che fu poscia tradotta in latino dal P. Giattino), egli nell’atto medesimo che forma la Storia di quel gran Concilio, ribatte il Sarpi, ove il trova contrario a ciò di’ ei vede fondato in autentici documenti, e ove gli sembra di’egli combatta le opinioni de’ più accreditati teologi, o i dogmi della Chiesa cattolica. Con qual forza e con qual evidenza il faccia , nol può conoscere se non chi prende a confrontare f uno colf altro storico. Io dirò solo che il Pallavicino ha confutato il Sarpi, e (finora non è stato confutato da alcuno; perciocchè per confutazione io non intendo qualche declamazione contro di esso scritta, e contro le dottrine da lui o insegnate, o difese; ma intendo un’opera in cui si prenda a mostrare che il Pallavicino a torto ha confutato il Sarpi nella maggior parte de’ passi in cui lo combatte, e che i più autentici monumenti son a favore del Sarpi, e non del Pallavicino. Lo stile di questo scrittore è grave, elegante e fiorito, e talvolta forse più ancor del dovere; perciocchè meglio piacerebbe per avventura, se fosse più facile e men sentenzioso. Ottavio Falconieri scrisse nel 1664 co. Lorenzo Magalotti, pregandolo a far sì che f opera del cardinale fosse citata nel Vocabolario della Crusca Magalotti, Lett, t 1, p. 83); ed egli ottenne allora l’intento, perciocchè nella terza edizione del detto Vocabolario fu essa citata. Ma poi, qual che fosse il delitto commesso dal cardinale già morto, nella quarta