Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/240

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328 libro .solo io ne indicherò che più brevemente, ma perciò appunto più utilmente, comentò tutta la sacra Scrittura con brevi note , nelle quali , ristringendosi al senso letterale. ne dà la più giusta e la più facile spiegazione. Questi è il gesuita Giovanni Stefano Menochio figlio del celebre giureconsulto da noi nominato nella Storia del secolo precedente, di patria pavese, e entrato nella Compagnia di Gesù nel imj.i in età di 17 anni, il quale in mezzo a molti e diversi impieghi, e fra le cure de’ governi domestici, trovò nondimeno tanto e di agio e di tempo, a scrivere non solo il detto Comento, ma più altre opere ancora. Il Dupin , parlando delle note del P. Menochio, e citando anche l’autorità del Simon, afferma (Bibl. des Aut. eccl. t. 17, p. 133) ch’egli è uno de’" più giudiziosi interpreti che abbiamo sul vecchio e sul nuovo Testamento * che ha tratto dagli altri comentatori ciò che gli è sembrato più sodo; che ha cercato di unire alla brevità la chiarezza , e ridurre in poche parole ciò che gli altri aveano più ampiamente spiegato. Oltre questo Comento, più altre opere abbiam del Menochio, che appartengono esse pure, quai più quai meno, agli studi biblici. Tali sono la Storia della Vita di Cristo, e quella degli Atti degli Apostoli, da lui scritte in lingua italiana, in cui pure diè alla luce l’Economia cristiana e la Storia miscellanea sacra, e i sei tomi intitolati le Stuore, il primo dei quali fu da lui pubblicato sotto il nome di Giovanni Corona, opera che contiene diverse quistioni bibliche, storiche, filologiche, le quali pruovano la vasta