Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/403

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SECONDO 3gI ultimo scolaro del Galileo, poichè a tutti gli altri ei sopravvisse, e mostrossi ben grato al suo amato maestro collo scriverne stesamente la Vita, già da noi rammentata, e innoltre un ragguaglio delle ultime opere da lui composte. Circa quattro anni stette con lui, e poichè egli fu morto, si unì col Torricelli, e l’ebbe in ■ conto di secondo maestro. In età di 2.\ anni, veggendo che l’antico geometra Pappo alessandrino fa menzione di un’opera scritta da Aristeo col titolo De locis solidis, e in cinque libri divisa, la quale si è smarrita, intraprese a cercare quai problemi potesse egli avere proposti, e come potesse averli sciolti, e intitolò perciò la sua opera: Divinatio in Aristœum de locis solidis. Ma i domestici a Ilari, le malattie , le commissioni addossategli dal gran duca Ferdinando II, che in età di 16 anni l’avea dichiarato suo geometra , e poscia lettore di matematica a’ paggi della corte e nello Studio fiorentino, e per ultimo suo ingegnere, lo costrinsero a differir tanto il compimento di quest’opera, eh1 essa non fu stampata che nel 1701; opera, dice il Montucla (l. cìt. t. 2, p. 70), che fa ugualmente onore al sapere e al cuore del Viviani per la profonda geometria che contiene, e pe’ sentimenti che vi sono sparsi di gratitudine verso il re Luigi XIV suo benefattore, come diremo, e verso il suo maestro Galileo. Frattanto a un1 altra opera di somigliante natura si accinse il Viviani. Apollonio da Perga, altro geometra antico, avea in otto libri trattato ampiamente delle sezioni coniche. Gli ultimi quattro si eran perduti, e sapevasi