Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/497

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SECONDO 4o5 di \ irgli io in lode del re Luigi XIV, stampalo qui nel 1677, alcune non ineleganti elegie se ne leggono nella poc’anzi citata Vita. Ma la medicina e la fisica ne formavano il principale studio e la più dolce occupazione. Nel 1690 cominciò a pubblicare le sue Osservazioni sulla costituzione e sulle malattie di quell’anno, e continuò a farlo per quattro anni seguenti; e appena si sparse quest’opera ne’ paesi stranieri, che grande fama ne venne all’autore, ed ei si vide onorevolmente ascritto all’accademia de’ Curiosi della Natura di Vienna col gloriosissimo titolo di terzo Ippocrate, e da tutti i più dotti medici dell’Europa altamente encomiato. I celebri fonti modenesi furono anche dal Ramazzini attentamente considerati; ed egli nel 1691 ne pubblicò la descrizione, nella quale avendo egli fra le altre cose scoperto il plagio dell’inglese Burnet che nella sua Teoria sacra della Terra avea spacciato qual suo un capriccioso sistema ideato già dal Patrizii, come noi pure parlando di esso abbiamo osservato, quest’opera fu in Inghilterra accolta con tanto applauso, che venne tradotta in inglese, e di nuovo stampata. Più ancora si diede a vedere l’acuto ingegno del Ramazzini nelle sue Effemeridi barometriche, stampate in Modena nel 1695, nelle quali avendo egli osservato l’abbassarsi che fa il mercurio ne’ tubi, quando l’aria pregna di umori sembra esser più grave, ei si fa a spiegare il fenomeno; e a me, ugualmente che la spiegazione del Ramazzini, sembra ingegnosa l’osservazione che fa sopra essa il soprallodato dottor Araldi, di cui perciò non sarà discaro