Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/527

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AL CAPO II DEL LIBRO II 5l5» ciic «li ritorno a Ferrara gli indirizzò lettera di ossequioso ringrazia mento j e avendolo il papa onorato di cortese risposta, continuò il Calcagnini ad aver con lui commercio di lettere (Op. p. 21 (5, cc.). INè è già a credere che nota non fosse a Paolo III l’opinione del Calcagnini, perciocchè questi scrivendogli afferma di averne ammirato singolarmente il profondo sapere ne’ filosofici studi. E troppo perciò è probabile che nelle amichevoli conferenze che Paolo ebbe col Calcagnini, questi gli spiegasse le; sue idee, e che il pontefice con quella stessa facilità con cui pochi anni appresso permise al Copernico di dedicargli la sua grand1 opera, mostrando con ciò di approvarne il sistema, approvasse ancor l’opinione del Calcagnini. E veramente avea Paolo 111, mentre era ancor cardinale, avuto sotto gli occhi un esempio per cui non poteva nascergli dubbio che lecito non fosse l’abbracciare quell’opinione. Avea egli veduto il suo predecessore Clemente VII accogliere cortesemente negli orti vaticani un sostenitor del sistema copernicano, udirlo esporre il sistema medesimo innanzi ad amplissimi personaggi, e dargli un onorevole contrassegno del suo gradimento e della sua approvazione. Io dico cosa poco finor conosciuta, ma pur certissima, e appoggiata a troppo autorevole documento. Giovanni Alberto Widman.sladio, che fu poscia celebre pe’ suoi studi nelle lingue orientali, venuto a Roma l’anno 1533, cominciò a tenervi ragionamenti dell’opinion del Copernico, che benchè non ancora fatta pubblica colle stampe, dovea nondimeno esser notissima