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NOTA I.

(1) Può nascer dubbio se gli antichi avessero nozione dell’elettricismo atmosferico, e possedessero una specie di arte di evocare i fulmini con artifizj simili al nostro. Questa quistione non poteva esser mossa se non dopo la scoperta del Franklino.

Non parlerò di Salmoneo, e di Capaneo, che tentando d’imitare i fulmini furono da Giove essi stessi fulminati; ove si potrebbe dire, che furono così poco esperti dell’arte, come il Professore di Pietroburgo Sig. Richmanno; potendo parere più tosto che tentassero questo colla polvere da cannone se non che la tradizione poetica specifica il rumore de’ loro fulmini, che fosse facendo correre delle carrette sopra ponti di bronzo:

Demens, qui nimbos, et non imitabile fulmen
Ære et cornipedum cursu simulabat equorum.

Qualche indizio ne potrebbe dare la figura del fulmine trifulco in mano di Giove, essendo questa la più adattata figura che si creda in oggi potersi dare alle Punte de’ Conduttori.

Ma abbiamo de’ fatti più chiari ed analoghi al sistema de’ nostri Conduttori elettrici. Bisogna vedere il recente traduttore e comentatore Francese di Plinio Lib. II. cap. 53., che ha per titolo De fulminibus evocandis. Dice l’Istorico, trovarsi scritto negli Annali, che per via di certi sacrifizj e di certe formole si può sforzare o sia ottenere i fulmini; che per antica tradizione per questo mezzo si era ottenuto un fulmine tale in Bolsena contro di un mostro che saccheggiava quel Paese; che tal’arte era posseduta dagli Etruschi; che Persenna loro Re la esercitava; che Numa n’era peritissimo; ma che Tullo Ostilio, malamente tentandola, restò fulminato; che da quest’arte è venuto il Giove Elicio. E sopra il caso di Tullo Ostilio si aggiunge il testimonio ancora più grave di Livio, dicendo, che questo Re avendo trovato nei portafogli di Numa certi riti di Giove Elicio, chiusesi in casa per eseguirli, ma che non avendo ben osservata la formula, esso colla casa restò consumato dal fulmine.

Ecco, dice il Comentatore, manifestamente il Sig. Richmanno, che disposto malamente il suo apparato elettrico resta ucciso dal fulmine. Evocare i fulmini, dice, altro non era che far scendere il fulmine dalle nuvole, come si pratica ora colle punte dei Conduttori (non elettrizzando la nuvola, come replicatamente si esprime il Comentatore, ma all’opposto elettrizzando colla nuvola la catena). Giove non è altro se non che il fulmine personificato, e Giove Elicio non altro che Giove elettrico.

A questo luogo i dotti Antologisti di Roma (1774. n. xv.) colla solita loro felicità di penna si scagliano contro il Comentatore Francese; nè vo-


glio-