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xiv PREFAZIONE.

dotte occupazioni, intraprese e continuò poi fino alla sua morte un Giornale non interrotto di osservazioni Meteorologiche quivi in Padova; le quali continuate anche dopo dal Sig. March. Abate dignissimo di lui Figlio, formano una serie di 40 e più anni.

Ma vecchia è altresì la querela di molti altri Dotti sopra il poco uso sinora ricavato da tanta mole di osservazioni. Il Sig. Holmann della Società di Gottinga, ne parla con grandissimo dispregio; e da lui, come da qualche altro (poichè non manca mai chi, o per un suo modo di pensare, o per singolarizzarsi, si opponga alle opinioni comuni) non avrebbe mancato, che non venissero del tutto abbandonate. Ma, oltre il giudizio delle Accademie che tuttavia seguitano a coltivarle, e l’uso vario, checchè se ne dica, il quale da queste Osservazioni, e a lume della Fisica, e anche di notizie pratiche, se n’è tratto; resta sempre la legittima difesa, di non essersi ancora raccolta copia sufficiente di queste osservazioni, almeno per cavarne tutte quelle fondate conseguenze, che si possono desiderare.

Comunque sia di ciò, per la cortesia del Sig. March. Abate Poleni avendo io l’agio di esaminare le suddette Osservazioni di 40 anni fatte in Padova, che si legano colle susseguenti mie proprie, ed essendomi parso questo un numero di anni, è di fatti molto considerabile, ho tentato di cavarne qualche frutto, ed è quello che nel seguente libro si troverà esposto. Oso lusingarmi, che non debba aver più tanto luogo la insultante dimanda che si faceva: a che servono tante Osservazioni? Poichè risulterà, se non m’inganno, che servono a qualche cosa.

Ho avuto nello stesso tempo con egual cortesia dal Sig. Tommaso Temanza, celebre Architetto, e Ingegnere Veneto, discepolo del medesimo Sig. March. Poleni, un Quinquennio di simili osservazioni, da esso fatte in Venezia, nelle quali contenendosi in oltre l’annotazione quotidiana del Flusso e Riflusso, questa mi porse grandissimo lume e fondamento per le regole Meteorologiche, che poscia ho dedotte. E perchè queste Osservazioni, e i loro risultati, si riferivano al nostro paese particolare, ho voluto esaminare è confrontare moltissime altre osservazioni, quante capitarono a mia notizia. sparse o negli Atti dell’Accademie, o ne’ libri de’ Medici, o ne’ Viaggiatori, fatte in paesi rimotissimi, e quasi sopra tutta la faccia della terra.

Da questo confronto risultò un mirabile consenso di cose, non aspettato, che forma un’induzione ben forte, per fondare quelle conseguenze, che ad imitazione de’ Medici ho creduto poter chamare Aforismi Meteorologici.

Siami condonato d’aver tentato di ridurre a numeri, e dentro dei limiti, una materia dianzi finuttuante, oscurissima, incertissima, controverssima tra i Dotti, e tra il popolo: avvertendo, che io non di queste Regole, che per probabili, in quei limiti, e in quei modi con cui sono espresse, a più testo come punti di osservazione, da verificarsi


poi,