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2 P. I. ART. I. PREMESSA GENERALE:

coli urti continuati, coi quali l’aria battendo alla superfizie, e l’etere penetrando, e scorrendo per gl’interstizj interni, va scuotendo, e separando le molecule, comunque aderentî, che compongono i solidi.

Boyle nel Trattato de Cosmicis rerum qualitatibus, riferisce l’esperienza che fece più volte sopra grani di fava secca, i quali immersi nell’acqua, gonfiansi, e crescono con forza tale, che giunge a farne scoppiare il vaso, se sia ben chiuso, o pure ad inalzare un peso di cento libbre posto sopra il coperchio. Simile è la forza con cui si dilata l’acqua congelandosi nel noto esperimento, in cui una canna da moschetto quantunque forte si spacca con fragore simile allo sparo della polvere. Chi non sa, come bagnandosi le funi si accorciano in modo da sollevare enormi pesi? e chi non ha inteso, come da una massa di pietra arenaria si separino ad una ad una le mole da macina, solamente col bagnare alcuni cavicchi di legno secco conficcati in bucchi ben distribuiti; mentre gonfiandosi il legno arriva a sollevare, e distaccare una mola dall’altra prontissimamente?

Tutte queste immense forze e del legno, e delle funi, e delle fave bagnate, e del gelo, e delle radici ancora, non sono che piccole azioni raccolte delle molecule d’aria, alle quali, l’umido lubricando le fibre rispettive de’ solidi, dà adito di andarsi sviluppando, e riacquistare il proprio elaterio. Nè in diverso modo, secondo molti, nasce la forza della tensione de’ muscoli per l’ingresso del fluido animale, che gonfia i piccoli anelli, o vessichette delle fibre, forza che dal Borelli, e da altri viene valutata equivalente al peso di molte centinaja di libbre in un sol muscolo.

Gli esperimenti, e gli esempj sono in tanto numero, che non so quali sciegliere, o quali omettere. Riferisce il Montanari (Asftrol. convin.) trovarsi nella Stiria, presso la via che dall’Italia conduce a Vienna, una spelonca di tal natura, che gittandovisi un sassolino, s’inalza un vapore tale, che dentro mezz’ora eccita intorno quel monte una procella con pioggia, grandine, tuoni e fulmini; il luogo fi chiama Kopffenberg, ed è descritto anche nelle Transazioni Filosofiche n. 191. Caverna simile viene riferita da Plinio (L. 11. C. 45.). sulla spiaggia della Dalmazia, che secondo lo Scheuckzero deve chiamarsi Senta. Simili esempj somministra l’Istoria della China (Kirch. Chin. illustr. P. 4. C. 4.). Nella Provincia di Xengi v’è un monte detto Taipa, ove battendo un tamburo, ben tosto si eccitano lampi, tuoni, fulmini, ed orribile procella; onde è vietato con severissime pene di toccare alcuno strumento intorno quel luogo. Nella Provincia Quanton v’è un altro: monte orrido, ove in alcuna delle sue voragini gittando un sasso, si sente un orrendo fracasso di tuoni, e ben tosto turbato il cielo si scatenano nembi rovinosi1. Molte altre simili


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  1. „In prova dei grandi effetti cagionati da piccole cagioni nell’aria le dirò un fatto sicuro . A Segna regna un Borea feroce più che a Trieste; e quando uno voglia far sorgere cotesto vento che agita, e sconvolge il mare, e cagiona tempesta per li vascelli, basta che sulla sommità della montagna, appiedi di cui giace Segna, accenda un piccolo fuoco. Questo fatto è sicuro; e replicatamente anche ne ha fatto l’esperienza.il Tenente Colonnello Bonomo, ch’ora è qui a Milano, al servizio Austriaco, è che per molto tempo è stato colà„. (Articolo di lettera de’ 28 Ottob. 1781. di S. E. S. Presidente Co: Carli. )