Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/228

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216 libro iii.

di me. A me dunque di ragione è dovuta la confusione e ’l dispregio, e a te la lode, l’onore, e la gloria. E se io non mi disponga a voler soffrire con pace di vedermi spregiare, e abbandonare da tutti, e tenere da nulla affatto io non potrò aver pace nè fermezza di cuore, nè il mio spirito essere illuminato, e pienamente unito con te.


CAPO XLII.


Che la pace non è da riporre negli uomini.


1. Figliuolo, se tu riponi la tua pace in veruna persona, per lo stare insieme, e perchè te ne giova, tu sarai instabile e avviluppato. ma se tu abbi ricorso alla sempre viva e stabile Verità, non ti contristerà partenza, nè morte di persona che ami. In me dee esser fondato l’amor dell’amico, ed egli si vuole amare per me, qual che ti sembri buono, e assai in questa vita abbi caro. Non vale, nè durerà amore senza di me; nè quella è vera e netta amicizia,