Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/342

Da Wikisource.
330 libro iv.

fonte vivo; non sapendo come altramenti quetare ed empiere la propria fame, se e’ non avessero con tutta dolcezza e spirituale avidità, preso il tuo corpo.

2. Oh fede di questi tali, veramente di fuoco! argomento probabile della tua sacra presenza. Conciossiachè essi in verità riconoscono il lor Signore nel romper del pane; il cuore de’ quali di tanta forza arde dentro di loro dell’amor di Gesù, che s’accompagna con essi in cammino. Ora da tal divozione ed affetto, da così veemente amore ed ardore le più volte io sono lontano. Deh! sii a me cortese, Gesù buono dolce e benigno, e dà alcuna volta almeno a gustare nella sacra comunione al tuo poverello mendico alcun saggio di cordial sentimento dell’amor tuo; acciocchè la mia fede più si rassodi, la speranza della tua bontà vie più cresca; e la volontà una volta accesa perfettamente, dopo assaggiata la manna del cielo, non venga meno mai più.

3. Ora è potente la misericordia tua di concedermi la grazia desiderata; ed in ispirito di ardore (a quell’ora che sarà tuo piacere) graziosamente