Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/77

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capo xxiv. 65

di poterci a Dio appressare sicuramente. Ma chi pur dilettasi del peccare, non è maraviglia ch’egli paventi la morte, e il giudizio. Egli è tuttavia alcun bene; che se non ancora l’amore ti ritira dal male, il timore almen dell’inferno te ne raffreni. Ma chi si getta dopo le spalle il timore di Dio, non potrà perseverar lungamente nel bene, ma assai presto verrà a dar ne’ lacci del diavolo.


CAPO XXV.


Della fervente emendazione di tutta la vita.


1. Sii svigilante, e fa di servire a Dio con tutta sollecitudine; e pensa frequentemente: A che sei tu venuto? non fu egli per vivere a Dio, e per diventarne uomo spirituale? T’accendi dunque al profitto; perciocchè tu riceverai di qui a poco la mercede de’ tuoi travagli; e allora non avrà più in te luogo paura, o dolore. Per lieve fatica, che adesso tu porti, grande riposo, anzi perpetua al-