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ANTICA E MODERNA 3


occupata allora dai bastioni. Due porte davano da quella parte ingresso a Torino, la Marmorea allo sbocco della via di S. Tommaso, e la Nuova poc’oltre S. Martiniano. Carlo Emanuele ampliò la città da quel lato, e costrusse a qualche distanza da essa dieci isole1, nello spazio compreso tra il mercato della legna e l’isolato della Madonna degli Angeli inclusivamente; e rinchiuse quell’ingrandimento con l’erezione di 5 bastioni, lasciando in piedi internamente il muro vecchio. Ai tempi della reggente Cristina si unì, distrutto il muro, la città antica alla nuova, mediante la piazza di S. Carlo.

Carlo Emanuele II, nel 1669 e negli anni seguenti, comprese il borgo di Po, che protendevasi dalla porta del Castello (anticamente Fibellona) sin presso al fiume; comprese il borgo di Po nel nuovo giro delle mura e delle fortificazioni, sicchè il Castello, ch’era prima estremo limite della città, ne diventò quasi il centro. La strada di Po non fu terminata se non dopo il 1718. Carlo Emanuele II aprì ancora la via della Zecca, e di mano in mano, sotto al suo regno e nella reggenza di Madama Reale, Maria Giovanna Battista, s’andarono fabbricando gl’isolati che sono a mezzodì della via di Po fino alla passeggiata dei Ripari, e così la bella piazza Carlina (1678). Sei nuovi bastioni e un mezzo bastione, colle loro opere esteriori, sorsero a difendere il vasto spazio aggiunto alla città.

Del quarto ingrandimento siamo debitori al re Vittorio Amedeo II, il quale accrebbe la città di 18 isolati verso ponente. La linea delle mura, correndo dal meriggio a settentrione, tagliava quasi per mezzo l’attuale piazza Paesana. La parte aggiunta dal re Vittorio è quella che forma anche al dì d’oggi il compimento della città da quel lato. A questo ingrandimento lavoravasi nel 1718. Abbattevansi varie case per formare la piazza di porta Susina (piazza Paesana). Nel 1715 erano già formati i due stupendi quartieri all’estremità del nuovo ingrandimento sul disegno del Juvara, e nel 1722 erano totalmente terminati i lavori di quella notevole ampliazione, finita la quale, la porta di Susa, che prima era allo sbocco della via della Doragrossa, fu aperta al finir di quella che passava innanzi alla nuova chiesa del Carmine. Dopo il regno di questo sovrano, il perimetro della città non patì variazione fino al regno di Carlo Felice.

I francesi, che occuparono Torino dal 1801 al 1814, smantellarono

  1. I latini chiamavano insula un ceppo di case separato per ogni intorno dalle pubbliche vie; e questo nome d'isola si è sempre conservato a Torino. (BERTOLOTTI).