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CHIESE 61


tre coristi nella cattedrale. Ella morì a Pavia, ma qui fu trasportata. È una figura di donna inginocchiata sopra un monumento adorno di statuine.

Noi sotterranei del duomo è il sepolcro del principe Federigo Augusto Della Torre e Taxis, nato a Brusselle nel 1796 e morto a Torino nel 1751; e quello del conte e maggior generale Nicolò Palfy , maggior generale d’Austria, grande d’Ungheria, morto in guerra il 26 maggio 1800 d’anni 36.

I sepolcri degli arcivescovi sono costrutti a guisa di altare.

Fra le tombe dei canonici esistono quelle di due vescovi stranieri, Ludovico Gerolamo di Suffren di St-Tropez, vescovo di Nevers, morto in Torino nella casa de’ Missionari il 22 di giugno 1766, e Giuseppe Maria Luca di Falcombello d’Albareto, vescovo di Salat nel Perigord, che cessò di vivere in questa città il 20 di maggio del 1800.

In una cameretta che si trova al di là delle tombe dei vescovi giacevano le urne di molti principi di Savoia. Alcuni di questi furono più tardi deposti magnificamente nella cappella del S. Sudario, gli altri nella badia di San Michele della Chiusa.

Questa cattedrale (che è uffiziata da un Capitolo di venti canonici) risuona nelle maggiori solennità di soavi e maestosi concenti dei musici della Cappella Regia. Tutta la città accorre ad udire il mesto canto delle lamentazioni di Geremia nella settimana santa. Il pergamo di San Giovanni è uno de’ più famosi e agognati d’Italia.

Cappella del SS. Sudario. — Chi entra nella cattedrale di San Giovanni osserva dirimpetto, al disopra dell’altar maggiore, invece di un gran quadro, com’è l’uso, una vasta invetriata da cui traspare misteriosamente una cappella, quasi un’altra chiesa che si spicca in aria, di bruno aspetto e illuminata da incerta luce.

A questa cappella guidano gli scaloni che s’alzano a capo delle due navi laterali della cattedrale, sotto a due grandi porte di marmo nero. Vi si accede anche per una galleria dal palazzo reale. Funebre è l’ingresso; funebre tutto l’apparato della cappella, ch’è rotonda e rivestita di bruno marmo, in mezzo a cui sorge, a guisa di avello sopra l’altare, l’urna che racchiude il Santo Sudario, monumento di pietà, e memoria dell’antica cavalleria de’ principi sabaudi.

Intorno a questa insigne memoria sappiamo che, correndo il secolo XIV, Guglielmo di Villar Sexel la portò dall’Oriente e la depose nella chiesa di Lirey in Sciampagna; che Margarita Charny, della stirpe dei Villar Sexel, la donò con atto solenne del 22 marzo 1452 o 1455 a Lodovico di Savoia che la depose a San Francesco di Ciamberì, asse-