Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/190

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teresse grave, un interesse vitale, mi ha occupato qui in questi ultimi tempi.

Finora t'ho sempre parlato ben poco de' fatti miei. Ora che tu sei calmo, debbo intrattenerti lungamente di me. Si tratta d'un passo grave, decisivo che sto per fare, d'una risoluzione presa improvvisamente, e che deve decidere di tutto il mio avvenire. Ho dunque tutta una storia da raccontarti.

Alcune sere fa uscivo dalla farmacia verso le dieci. Era una serata rigida; era nevicato nel mattino; un leggero strato bianco copriva tutto intorno i monti, i tetti delle case, le strade; una nevicata come ne vengono in questi paesi, non più alta d'un mezzo palmo, che imbiancava il paesaggio, ma senza alterarne le linee come fanno quegli alti cuscini di neve che arrotondano i tetti ed i comignoli a Milano.

Mi sentivo le membra irrigidite dalla lunga serata della farmacia, dove si avverte penosamente l'economia delle legna. All'angolo della contrada salutai tutta la brigata, che era uscita con me, ed invece di andare direttamente a casa mi avviai su su per la via del monte, per riscaldarmi con una passeggiata rapida.

Quella scena bianca su cui batteva la luce della luna bianca essa pure, aveva un aspetto di calma solenne; sentivo una pace soave invadermi il cuore come al finire d'una lotta violenta.

Infatti avevo finito la lotta arida del pane quotidiano, ed ero riuscito ad assicurarmi un avvenire. Avevo ottenuto a Genova la direzione d'un giornale letterario con un discreto stipendio; ed intanto il marchese di San Lorenzano mi aveva pregato di