Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/53

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— Non possono fare altrimenti - rispose. - Quella è condannata fin dal mattino nei manifesti.

Così, con uno scherzo più o meno felice, tronca i discorsi appena si accorge che minacciano di prendere il carattere d'una discussione.

Io però non mi perdo d'animo. La sera che sonai tutto il primo atto del Re Lear, mi disse:

- Comincio a credere all'immortalità.

Alludeva all'immortalità del nome che potrei acquistare. Voleva farmi un complimento. Ma io finsi di non comprendere, e per attirarla ad un discorso serio le domandai:

— Era materialista prima?

— Che! - mi rispose. - Bisogna riflettere troppo, per negare tutto quanto ci hanno affermato.

— Dunque è credente?

— Sì.... credo che sia più facile esser credente.

— Ma il suo cuore cosa le dice?

— Ora debba scandalizzarla. Il mio cuore non se ne occupa.

— E non prova la grande curiosità di sapere cosa sarà del nostro essere morale dopo la morte?

— Sì, l'ho provata un momento, e sono andata a sentire una lettura d'una signora inglese sullo spiritualismo. Ma non ho capito nulla; cioè ho capito che anche l'autrice non ci capiva nulla. Ed ho preferito non pensarci più.

Un'altra sera entrando nel suo salotto, stetti un momento senza riconoscerla. S'era coperta il capo di cipria bionda che le faceva i capelli d'un colore stravagante. Nel salutarla le dissi:

— Cos'è questa metamorfosi? La lucente ala di corvo non usa più?