Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/68

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spirito fine ed arguto della sua lettera, schernendo le deformità dei suoi simili (ed anche le serve sciancate sono i simili delle belle dame), ed indulgendo alle audacie perverse della Mariettina in favore della sua bellezza, io, colla mia austerità da vecchio, le avrei detto:

— Ha fatto del bene; ma siamo ancora lontani dalla virtù.

La virtù dev'essere eminentemente giusta; deve comprendere tutta l'umanità in un grande sentimento d'affetto, indipendentemente dallo squilibrio che dà ad alcuni tutte le attrattive, ad altri tutte le repulsioni. Dobbiamo studiarci di capire la vita, d'interessarci a tutto quanto ne circonda, e di osservare le cose, non alla superficie soltanto e dal lato che può avere un rapporto con noi, ma nell'intimo loro.

Lei ha vedute delle donne brutte, e le ha osservate superficialmente, nella loro deformità e nel rapporto che potevano avere con lei, che era di fornire un argomento d'umorismo al suo spirito brillante. Per essere virtuosa avrebbe dovuto domandare a sè stessa: — è giusto?

E la virtù severa le avrebbe detto di no. Che è ingiusto e crudele schernire le sventure. Che si deve cercare di comprendere quale anima racchiuda quella forma ingrata; e quali privazioni, quali sofferenze imponga l'assenza della bellezza, della gioventù, della salute.

Se avesse guardato sotto questo aspetto la donna dal secchio, invece di riderne con quel garbo fatale che le rende cari i suoi errori, avrebbe pensato che forse non potrà mai ispirare un amore, che è povera,