Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/159

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tutto codesto? Il mio amore. Ma quante donne potevano dargli altrettanto, e per di più censo, bellezza, ingegno...

«Decisamente nel matrimonio a lui sarebbe toccata la parte bella della generosità; a me quella umiliante dell’egoismo. Ecco perchè non desideravo di sposare Max.

«Invece Gualfardo era avviato alla stessa mia carriera del teatro. Non guadagnava più di me; e non poneva nessun ostacolo a che io continuassi a cantare, e contribuissi quanto lui e più di lui alla vita comune.

«Egli pure aveva molto ingegno; a lui pure sorrideva la gloria, ma la stessa gloria, lo stesso ingegno che sorridevano a me. Eravamo pari. E poi egli era taciturno, serio, compassato; non attirava le simpatie. Ed era quindi più in grado di apprezzare il mio affetto. Era delicato di salute e misantropo, due cose che creavano a lui il bisogno della famiglia, a me la gioia e l’orgoglio di fargliene sentire i vantaggi.

«Per tutte queste ragioni io mi spaventavo all’idea di perdere l’amore di Gualfardo, malgrado la libertà che mi risulterebbe da quella perdita.