Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/236

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un soldatino di piombo. — È vero; ho avuto torto; non ho saputo adattarmi al tuo carattere, alle tue aspirazioni; ma, credilo, ti amavo con tutta l’anima. Dimmi che mi perdoni!

«I miei compagni di viaggio, chiamati dalle guide, si destarono, scesero dai loro materassi, e si disposero alla gran salita. Quanto a me, che m’importava omai del Monte Bianco, e di tutti i ghiacciai della terra? Quel ghiaccio che mi aveva pesato sul cuore, che m’aveva resa infelice e colpevole, era sciolto. La vita mi sorrideva come una promessa d’amore. Ero felice. Che potevo cercare più in alto?

«Ridiscesi colla gioia nell’anima quel tratto di monte che avevo salito in tanta desolazione. Con che spavento trattenni fin il respiro nel passaggio della congiunzione, quando le guide raccomandarono il silenzio, perchè anche il più lieve spostamento d’aria prodotto da un suono potrebbe staccare un masso di ghiaccio, una valanga, e seppellirvi il nostro avvenire, il nostro amore, la nostra felicità!

«Dove prima vedevo quasi l’impossibilità di morire, ora tremavo ad ogni passo; volevo vivere, e paventavo per due vite.

«Oggi siamo rimasti a Chamounix per passeggiare insieme, per dirci e ripeterci la storia dei nostri passati dolori. Siamo andati passeggiando fino a metà strada da Argentières. Ho detto a Welfard che vi ho