Pagina:Torriani - Tempesta e bonaccia, Milano, Brigola, 1877.djvu/48

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vanile amore che si agitava in me, io la corteggiavo evidentemente meno de’ miei amici; e per una certa convinzione che avevo d’inspirare le stesse inquietudini, gli stessi trasporti che provavo, non assumevo nessun’aria sentimentale; ero sempre allegro, e questo mi faceva sembrare indifferente.

Come dunque Fulvia avrebbe potuto credere che un giovane che non la corteggiava, nè faceva l’innamorato, cadesse in simili ragazzate? Io però ero spesso indispettito di quella sua mancanza di penetrazione, e pensavo: «Com’è sciocca! non sa indovinarmi.» Ma altre volte il suo imbarazzo e le sue tacite paure mi divertivano assai.

XII.

Un uomo costretto a sciupare man mano il suo patrimonio, prevede che giunto in fondo rimarrà denudato e povero, e la vita gli sarà penosa.

E però va vendendo alla spicciolata i piccoli capitali, e le cedolette, e le gioie di famiglia, e lascia per ultimo il fondo più vasto che forma la base delle sue sostanze; e su quello mette ipoteche sopra ipoteche, prima di decidersi a venderlo, perchè pensa che dopo quello non avrà più nulla....