Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/136

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La matrigna tornò cogli occhiali sul naso, ed il foglio aperto in mano, lo lesse accanto alla finestra, poi disse crollando le spalle:

— L’ho detto, che doveva essere una stupidaggine!

E la buttò di nuovo sulla tavola, con una sega di carta turchina leggera leggera, che andò ad appiccicarsi al pezzo di manzo umido. Quella lettera le era sembrata tanto inoffensiva, che me l’abbandonava.

Io domandai con un sorriso forzato, tutta nervosa e tremante:

— Posso leggerla?

— Oh leggi pure! Puoi vantarti che la tua corrispondenza porta le ultime novità.

Presi il foglio tutto sgocciolante dell’acqua del cavolo, e lessi:

«Un dì felice eterea
Mi balenasti innante,
E, da quel primo istante,
Arsi d’immenso amor.