Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/244

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lievi; trovando rimedio nel lasciarsi assopire sul letto. E allora gli pareva che le tempie battessero con meno fatica; e che il cuore gli si gonfiasse senza ch'egli ne sentisse la gonfiezza. Ma le sue mani fredde gli facevano un senso di pena e di paura, ricordandogli la sua vita a Siena.

Se non avesse temuto di far dispiacere a Ghìsola, l'avrebbe pregata, con tutta la dolcezza che ne provava, ad uccidersi con lui.

Ma quando Ghìsola tornò a trovarlo, tutto cambiò. L'avrebbe trattato da pazzo, ridendogli in faccia, con quel suo riso di cui egli aveva spavento, benchè la facesse più bella!

Stettero insieme un altro giorno intero, come l'altra volta; e, poi, non si videro più.



A Siena, Pietro inventò che gli esami erano andati male.

Egli si sentiva sempre di più una vittima di quelle ingiustizie, contro le quali tutti avrebbero dovuto insorgere d'accordo.

Domenico gridò:

— Che hai fatto? Se tu avessi studiato.... Sei convinto che non sei nato per la scuola?

La collera gli parve meritata, ma gli bastava che egli non facesse alcuna allusione a Ghìsola.

Il suo malumore e la sua ansia si riapri-